Le nuove regole impartite dall' UE attaccano l'ossobuco e la Pajata.
Le Guerre mediatiche sono
un po’ come le Guerre su terra o su mare. C’è oggi una guerra tra la Coldiretti
e UE che ha con un ultimo emendamento abolito l’utilizzo sulla tavola di alcuni
prodotti tra cui due ben noti prodotti tipici italiani: l’Ossobuco piemontese e
la Pajella romana.
Sostiene Coldiretti che
ad eliminare la pajata e l’ossobuco sono state delle
restrizioni sanitarie adottate nel luglio 2001 per far fronte
all’emergenza sulla mucca pazza (Bse) e che sono ancora
mantenute nonostante l’Organizzazione mondiale per la sanità animale (Oie) nel
giugno 2013 abbia ufficialmente sancito per l’Italia il nuovo stato sanitario
di “trascurabile” per il problema Bse.
La ben nota pajata,
è il termine romanesco per definire la prima parte dell’intestino tenue del
vitello da latte che è stato oggi sostituito nei ristoranti e nelle trattorie
dall’intestino d’agnello. Manca dalle tavole anche l’originale ossobuco alla
finanziera alla piemontese, noto piatto medioevale tanto amato da Cavour,
composto da varie frattaglie e animelle di vitello.
La Coldiretti, ha dichiarato che l’Unione europea apparecchia le tavole degli italiani con trucchi ed inganni ben studiati e ciò lo ha dichiarato al maxi raduno con diecimila agricoltori a MICo – Fiera Milano Congressi.
Secondo
Coldiretti, infatti, a partire dal primo giugno 2010 sono entrate in vigore le
nuove norme sulla pesca della Ue che di fatto hanno fatto sparire dalle
tavole degli italiani specialità della tradizione gastronomica regionale con
anche il divieto di pesca-raccolta dei molluschi a distanza inferiore di
0,3 miglia marine dalla battigia dove si concentra il 70% delle vongole ed il
100% delle telline e dei cannolicchi”.
Tuttavia L’Unione europea,
dice Coldiretti, non ha però adottato misure adeguate per impedire che la carne
o i formaggi derivati da animali clonati o delle loro progenie arrivi in tavola
tramite le importazioni. Ci sarebbe dunque da indagare e capire perché colpire
questi settori e lasciar passare altri che dubbi e anomalie presentano di per
se.
Inoltre l'inganno alimentare colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo un segmento che, precisa la Coldiretti è notevolmente cresciuto negli anni della crisi come dimostrano i dati sul commercio al dettaglio nei discount alimentari che peraltro nel corso del 2013 sono gli unici a fare registrare un aumento (+1,6%). Dietro questi prodotti low cost - precisa la Coldiretti - spesso si nascondono infatti ricette modificate, l'uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi. Lo dimostra il fatto che sul mercato mondiale, per la pressione della crisi, è sostenuto il commercio di surrogati, sottoprodotti e aromi artificiali utilizzati per nascondere la bassa qualità degli alimenti. Ecco invece gli alimenti permessi dall’UE rappresentando i casi emersi nella denuncia di Coldiretti.
IL VINO IN POLVERE
LA CARNE ANNACQUATA
IL MIELE CON POLLINE BIOTECH
I FORMAGGI SENZA LATTE
I 'SIMILGRANA'
OLIO: MICROETICHETTA E TAPPO
ANTIRABBOCCO
IL CIOCCOLATO SENZA CACAO
PROSCIUTTI STRANIERI
IL POMODORO CINESE
Esiste dunque un mercato
di prodotti fantocci che vengono venduti ai consumatori come prodotti veri,
originali e tipici, andando contro marchi di qualità, rispetto e buona fede di
chi acquista, mentre L’UE reputa pericolosi L’ossobuco e la Pajata quando
invece ci sono situazioni ben più critiche che dovrebbero essere valutate con
serietà come il caso della Mozzarella.
Una mozzarella su quattro
in vendita in Italia, infatti, è stata ottenuta con semilavorati industriali
e le cagliate provengono dall’estero senza alcuna indicazione in etichetta per
effetto della normativa europea. L’Unione consente pure che possa essere
incorporata polvere di caseina e caseinati nei formaggi fusi, al posto
del latte. Nell’Unione Europea sono poi in vendita imitazioni del Parmigiano
Reggiano e del Grana Padano senza alcuna indicazione di provenienza e causando nomi
di fantasia che ingannano il consumatore. E le importazioni di questi prodotti
in Italia sono raddoppiate negli ultimi dieci anni con gli arrivi da
Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia e Lettonia
per un quantitativo stimato di 83 milioni di chili.
E’ giusto ed importante
che Enti e organi competenti lavorino per garantire il mantenimento della
qualità/sicurezza e la legalità ma insieme a loro chi altro dunque può
smascherare e fermare tutto ciò? Solo il consumatore attentamente e
criticamente preparato, colui che sappia distinguere ciò che è vero da ciò che
è falso; acquistando il prodotto di qualità e lasciando a chi produce e
commercia il prodotto fantoccio.
Agroalimenti eDintorni
oggi approda nel mondo dell’innovazione industriale.
E’ priorità per
l’industria alimentare considerare un buon sistema packaging nella propria
filiera produttiva ed è questo l’intento di molte aziende: prendere dalla
Tecnologia dell’innovazione moderna le migliori tecnologie in questo campo per
sviluppare un processo più intelligenti e con meno sprechi. Continua a leggere....
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La stagionalità dei prodotti
Acquistare e consumare verdura e frutta di stagione significa
alimentarsi in modo corretto e soprattutto sano e naturale.
Questo è quanto si evince da uno studio dei numero studi condotti dall’Unione
Europea. Oggi, grazie a moderne tecniche di coltivazione ed
alla ricerca, le primizie ed altri frutti fuori stagione si
trovano nelle rivendite praticamente tutto l'anno.
Consumare invece frutta e verdura nel momento in cui sono maturi
naturalmente, risulta più sano ed anche economico in quanto
consente anche di risparmiare sulla spesa quotidiana.
Nella seguente tabella, trovate le informazioni utili per fare la vostra
spesa al passo con la natura.
A dispetto
della varietà di cibi che si trovano sui banchi del reparto ortofrutta del
supermercato, spesso insistiamo sull’importanza di mangiare frutta e verdura di
stagione, evitando magari le fragole a Natale e gli asparagi in agosto. Non c’è
un motivo aristocratico o semplicemente critico nei confronti di chi offre al
pubblico una vasta gamma di prodotti ogni mese dell’anno ma semplicemente
perché esistono 5 motivi “ragionevoli” per dare una svolta al nostro modo di
fare spesa.
Il primo motivo è il “Costo”, comprare ortofrutta di stagione costa di meno.
Questo è un dato importante soprattutto oggi che si parla di crisi economica e
di difficoltà a fare una spesa varia e ricca. Il costo inferiore è data dal
fatto che gli ortaggi di stagione non hanno bisogno di serre, non si consuma
energia aggiuntiva per farli crescere e maturare si sfrutta già quella del
sole. Se poi scegliamo prodotti a km zero, coltivati cioè vicino al luogo di
residenza, il risparmio è ancora maggiore, perché abbatteremo anche i costi di
trasporto.
Un altro motivo incredibilmente importante è l’uso dei pesticidi, ciò è vero, in particolar modo, per gli ortaggi biologici e biodinamici. Anche quelli non bio, tuttavia, se sono di stagione richiedono una quantità nettamente inferiore di prodotti chimici per eliminare i parassiti. Le piante che vengono “costrette” a crescere in periodi diversi dalla loro normale stagione, infatti, risultano indebolite e sono più facilmente preda di insetti indesiderati ciò fa aumentare drasticamente l’impiego di sostanze chimiche per permetterne l’accrescimento.
Un motivo
importante per tutti ma soprattutto per chi è attento alla propria salute, alla
dieta e a ciò che fa bene o fa male è quello legato all’apporto nutrizionale.
Spesso infatti si sente parlare in giro per strada, nelle palestre, tra amici e
colleghi e così via che è importante avere una corretta alimentazione ciò significa mangiare
vitamine e quant’altro datoci dalla natura, ebbene ciò è vero se si rispettano
delle regole tanto di base quanto indispensabili, infatti, molti non sanno che
le piante che seguono il loro normale ciclo di vita presentano una quantità
maggiore di nutrienti e principi attivi e apportano la giusta quantità di
calorie in relazione al periodo dell’anno. Questo significa che le proprietà
nutrizionali di un determinato alimento, se è coltivato fuori dalla sua
stagione abituale, potrebbero risultare “falsate” e quindi esserci meno utili
ai fini indicati precedentemente.
I prodotti di stagione sono più buoni, profumati ed aromatici. Avete
fatto caso al sapore di un pomodoro in inverno? Praticamente non ne ha uno e
spesso si è costretti ad esagerare coi condimenti. Se seguiamo il criterio del
gusto, otterremmo due risultati, il primo è di certo quello del sapore che in
cucina e soprattutto in una buona cucina non deve mancare e secondo è proprio
l’uso del condimento, il quale come molti sanno è causa di essere il colpevole
di causare il sovrappeso.
Ultimo motivo ma non ultimo di importanza è il più
rispetto per la Terra. I peperoni o le zucchine a dicembre hanno un costo
ambientale elevatissimo: per farli crescere servono grandi serre riscaldate e
illuminate che richiedono molta energia, spesso proveniente da combustibili
fossili.
Anche
pesticidi e fertilizzanti utilizzati per i cibi fuori stagione sono di sintesi,
quindi derivati dal petrolio. Gli ortaggi fuori stagione, dunque, risultano
molto inquinanti. Se poi provengono da altri Stati e aggiungiamo il costo
ambientale dei trasporti (su strada o aerei), ancora di più! Tutto ciò
significa anidride carbonica che si va ad aggiungere a quella già presente in
atmosfera, incrementando l’effetto serra e peggiorando la situazione globale…
In conclusione, anche una pratica abituale come la spesa al supermercato può risultare fondamentale per la salute, infatti non vi è luogo più pericoloso ma nel contempo più salutare dell'ipermercato vicino a casa. La questione è non farsi trovare sprovveduti e
capire ciò che si sta acquistando. Facendo la nostra spesa dovremmo quindi sempre aver presente che stiamo acquistando
prodotti destinati a essere introdotti nel nostro corpo
e che questi prodotti possono far ammalare o risanare, E' importante
acquistare solo alimenti di cui
effettivamente abbiamo necessità per la nostra quotidiana alimentazione e
stare lontani dai cibi non propriamente sani. Riportiamo qui un breve
vademecum utile per sapere e scegliere i prodotti che la stagione ci
offre e evitare, così, i problemi legati al bello ed al sempre
disponibile.